Visita del centro storico

L'isola di Procida (Prochyta) dista poco dal monte omonimo; ha un circuito di circa 16 Km, quasi tutta pianeggiante, si eleva dal mare al massimo 109 m. (Terra Murata)

La costa costituita da rocce tufacee friabili, di colore gialliccio, porta i segni del mare, perché nel periodo invernale, l'onda corre con l'intensità del vento, e vi ritorna sempre più forte. Il mar, penetrando e addentrandosi nell'isola, produce una lenta corrosione della roccia, e crea nuove e fantasiose insenature. Tale corrosione, col tempo, cambia il volto dell'isola, e la rende topograficamente, sempre più caratteristica.

 Con i traghetti provenienti da Napoli o Pozzuoli, si approda nel Porto di Marina Grande detto anche "Marina di S. Cattolico", tutt'ora ancora chiamata lungo la quale si allineano vecchie case multicolori, con i loro motivi di archi, di balconi, di logge e di fondali, che formano un patrimonio prezioso di modelli architettonici. Sul porto, di fronte all'imbarcadero, vi sono vari caffè caratteristici, ristoranti, i quali conservano nel loro insieme una semplicità rustica. Poi troviamo inoltre sulla banchina, su alto basamento, un Cristo Crocifisso, dovuto alla fede dei pescatori del luogo.

Proseguendo lungo la banchina, per prima si incontra sulla destra la recente strada che collega il porto con Piazza della Repubblica. Continuando lungo il porto si incontra la Chiesa di Maria SS. della Pietà e S. Giovanni Battista, eretta nel 1760, accanto ad un'antica cappelletta costruita per devozione dei marinai nel 1616, ora adibita a sagrestia. 

Di fronte, "il canale", ora denominata via Vittorio Emanuele, dopo circa 100 mt. troviamo la chiesa di S. Leonardo. Di fronte troviamo una nicchia, con un'antica immagine di Madonna con il suo Cristo dolorante. 

 

Lasciando alle spalle S. Leonardo, si snoda una strada, Via Principe Umberto, che è una sequela di caratteristiche case, di palazzetti e di cortili con minuscoli portali e tipiche botteghe d'ogni genere. Dopo circa 150 mt. dalla Chiesa di S. Leonardo, salendo su questa erta via, sulla sinistra troviamo un'altra strada, Via Bartolomeo Pagano detta anche "Vigna di giù", anch'essa molto caratteristica, per il suo scenario, si congiunge ad altre due strade, Via Lingua, che riporta di nuovo al Porto di Marina Grande, attraverso delle caratteristiche scale, e Via Principessa Margherita detta anche "Vigna di sopra", che riporta in Piazza dei Martiri, il cui nome è stato dato per i martiri del 1799 che furono impiccati in quella Piazza, detta anche "Semmarezio". Ritornando invece in via Principe Umberto, sulla destra troviamo il "Casale" ora denominata Vico I Principe Umberto, bellisimo scenario di case incastrate l'una nell'altra da vivacissimi colori, con stradine all'interno: Vico S. Francesco, Via G. battista Vico, Vico II Principe Umberto, stradine costruite nel tufo, da esse si arriva sempre in questa bellissima Piazza. In questa piazza si può ammirare un incantevole paesaggio, e cioè tutta l'insenatura che va dalla Punta dei Monaci a quella di Pizzaco, guardando verso il basso si vede il porto dei pescatori chiamato Marina Corricella. In un lato della Piazza fu elevato dal Comune, nel 1863, un cippo granitico in pietra vesuviana, portante una lapide marmorea su cui sono scritti i nomi dei Martiri, impiccati in questa piazza e seppelliti nella sacrestia della Chiesa di S. Maria delle Grazie Incoronata, che si trova in questa piazza. La piazza è adorna anche del monumento in onore di Antonio Scialoia, che fu un insigne oratore, politico, letterato ed economista. Nel 1861 fu nominato senatore del Regno d'Italia, poi ministro della Pubblica Istruzione. Morì in Procida il 13 ottobre 1877. Poi vi è ancora, in un angolo della piazza, una targa che ricorda Vittorio Scialoia, discendente dell'insigne statista. E si notano archi leggeri, su ampi loggiati, semplici portali, poi la Chiesa che si trova a cavalcione della roccia alla sommità della Corricella.

Andando nella Vigna da Piazza dei Martiri, dopo circa trenta metri, si entra nel Casale Vascello, ora denominato Casale Principessa Margherita. Si può accedere attraverso due ingressi, tutti e due creati nella roccia, di cui uno strettissimo di appena 50 cm.. Si chiama Casale Vascello, perché sembra di stare all'interno di un vascello, c'è un architettura particolare, case che si addossa l'una all'altra con colori particolari, da esso passando attraverso sempre una stradina stretta, ricavata sempre nel tufo, si arriva alla "schianata" denominata ora Largo Castello, perché prima era terreno del carcere soprastante. 

 Lasciando Piazza dei Martiri alle spalle e salendo l'erta via Salita Castello, si arriva, prima al Carcere (ora non più in uso) e poi alla roccaforte dell'Isola denominata Terra Murata, lasciando a destra S. Margherita Nuova, la quale fu elevata nel 1586 in una località detta la "taglia" la cui denominazione trae origine dal taglio di pietre che si faceva in questa zona, e che venivano usate per la costruzione dell'isola. La terra Murata, aveva tutto un sistema di fortificazione medioevali per garantirsi dalle incursioni dei Turchi. Si accede attraverso una Porta. Ci si addentra e si ferma in quello spazio antistante al Castello d'Aragona resta sorpreso dalle costruzioni di quelle abitazioni, che un tempo, formavano la difesa della Terra (unico centro abitato). Infatti quelle abitazione sono costruite sulla roccia, le quali hanno un altezza di circa 20 mt., e soltanto alla loro sommità si aprono verande e balconi e terrazze, al pianterreno si apre una serie di vani molto piccoli, scavati nella roccia, con una stretta scala, la quale conduce alle sommità delle abitazioni, solo qualche piccola finestra, si apre nella parte bassa. Si entra poi nella "Terra" per una ripida e breve strada, S. Michele, denominata in onore del Protettore dell'Isola. Qui troviamo la vera cittadella. Qui troviamo l'abbazia con la denominazione di S. Michele.

            

Scendendo invece da Piazza dei Martiri per via S. Rocco, strada sottostante la Piazza, si accede al Porto dei pescatori: Via Marina Corricella. 

                

Di Fronte a questi gradoni, c'è una chiesetta denominata di S. Rocco. L'importanza di questa chiesetta, è attestata dal privilegio che le fu concesso dal Pontefice Leone XII, che si legge nella iscrizione murata a destra dell'altare maggiore. Sull'altare maggiore, si può vedere un quadro della seconda metà del 1400, denominata la Madonna della Neve col Bambino Gesù, fra S. Francesco di Paola protettore dei marinai e S. Rocco. 

 A questa zona si può accedere anche da altre scale, di cui alcune passano attraverso abitazioni private ed altre pubbliche, molto caratteristiche, due le troviamo su Via Salita Castello, cioè la strada che porta verso l'Abbazia, queste strade sono Via Carmine e Via S. Domenico, sono strade create nel tufo, molto strette, però attraverso di esse si può ammirare dei scenari bellissimi. Un'altra la troviamo su via S. Rocco andando verso "Callia" (bellezza), chiamata "Scalinate ascure" perché queste scale, scavate nella roccia, non vedono luce.

La Corricella porto dei pescatori, dove le case dei pescatori aggrappate sull'alta e ripida costa, stendono sul mare ombre di mistero e di sogno. Si possono notare tutti quei colori delle abitazioni, che vista da mare sembra un bel presepe. Alla Corricella non si accede con le macchine perché come abbiamo già detto si accede solo per scale. Si possono ammirare i pescherecci e le reti che fanno da sfondo a questo incantevole paesaggio.

 

Proseguendo da Callia verso Via Marcello Scotti, dopo circa 100 mt., si puo visitare la Congrega dei Turchini, chiesa dedicata a S. Tommaso d'Aquino, dove all'interno troviamo una scultura lignea del Scultore Napoletano Carmine Lantriceni datata 1728 di un Cristo Morto., che il Venerdì Santo viene portato in processione.

                                                           

Lungo tutto questo percorso si ammirano bei portali e graziose tipiche case, con terrazzi che arrivano fino al mare.

 

torna all'inizio del contenuto